...Fu nella pioggia che imparai a nuotare.

04.11.2013 14:14

Dal mondo che mi circondava,la realtà comincio a trasudare piccole particelle di assoluta verità;leggere come l'aria si alzarono verso il cielo.

Fosche nubi cominciarono a prendere forma. La limpida volta celeste ne venne invasa,il sole oscurato.

 

Cominciò a piovere.

 

Piccole gocce di consapevolezza presero a cadere su di me.

Inizialmente il tocco fu leggero,piacevole. Questa pioggia gentile accarezzava la mia pelle risvegliandone i sensi. Il torpore dato dal calore del sole,man mano venne cancellato. Ero viglile allora,ma la pioggia non accennava a smettere.

La Consapevolezza prese a cadere su di me in maniera sempre più violenta. Le gocce spinte dal soffio degli eventi mi sferzavano il viso. Piccoli aghi appuntiti sembravano ferire il mio confine con il mondo.

I vestiti,le barriere poste a protezione dalle intemperie,inizialmente mi ripararono,ma ben presto anch'essi ne furono pregni.

Fui costretto a chiuder gli occhi per far si che non ne venissero straziati,per far si che almeno loro venissero salvati da questo dolore. Ciononostante il mio corpo,la mia anima,non smettevano di percepire addosso la pressione degli elementi.

 

Il livello dell'acqua si alzò.

 

Per essere libero di muovermi in questa tempesta,mi spogliai dei vestiti che avevo addosso;mi liberai di quelle protezioni messe quando il sereno dipingeva il mio cielo.

Con il salire dell'acqua,parti del mio corpo cominciarono ad esserne sommerse,e,furono loro le prime a non sentire più il dolore della pioggia battente.

Più venivo sommerso più il mio corpo,il mio spirito,la mia mente,si adattavano a questa nuova sensazione.

 

L'acqua ormai mi avvolgeva quasi completamente.

 

Le gocce che inizialmente mi facevano male,ora mi proteggevano.

Le membra,ormai abituate a questa nuova cognizione,trovarono rifugio in codeste acque. La Consapevolezza continuava a cadere su di me,ma ora,immerso in essa,non sentivo più dolore. Solo le parti non ancora avvolte ancora cedevano spazio al tormento.

 

Mi lasciai andare.

 

Riempì i polmoni di quell'aria,quella riserva di mondo senza la quale non potrei vivere,senza la quale non esisterei e mi immersi. Mi sentii leggero.Mii muovevo naturalmente ormai in questo nuovo spazio. Il corpo,avvezzo ora alla sensazione di controllo, si lasciò avvolgere docile da quest'acqua,divenendone parte. Ed era la Consapevolezza stessa ora a spingermi verso l'alto.

 

Aprii gli occhi.

 

Quegli occhi che ad ogni costo volli preservare dal dolore,ora,vedevano di nuovo. La visione non era chiara,le immagini confuse;a stento percepivo le sagome di ciò, che dalla consapevolezza era avvolto;ma vedevo. I nostri occhi non sono fatti per vedere chiaramente la verità,ma solo per aiutarci a muoversi verso di essa.

Quando tornai in superficie,la pioggia che cadeva,non era che una goccia nel mare.Ciò che prima mi feriva,ora andava a unirsi a tutto ciò che mi dava la spinta per rimanere a galla.

E fu così che nella pioggia imparai a nuotare.

 

Sono grato a me stesso di aver chiuso l'ombrello quel giorno.